Chrome: il navigato Google si inventa navigatore

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E’ una notizia che sta dilagando per la rete intera.
Big G lancia Chrome, il suo nuovo web browser open source

Google sfida ancora una volta Microsoft, minando l’efficacia raramente dimostrata di Internet Explorer, non mancando di far rabbrividire anche Mozilla ed il suo Firefox.

Alla base della bomba una fuga non di gas, ma di notizie.
Il tutto è cominciato nella notte di lunedì 1 settembre, quando il sito Blogoscoped.com ha reso disponibile un fumetto in qualche modo entrato il loro possesso.
Le tavole, disegnate dal cartoonist Scott McCloud, descrivono in modo dettagliato l’idea di base e le funzionalità che questo nuovo software ha in serbo.

Nasce una leggenda internet-metropolitana di dimensioni spaventose: le voci si rincorrono ed i pareri sono contrastanti: c’è chi pensa ad un Pesce d’Aprile in ritardo, c’è chi afferma di averlo visto ed utilizzato, fino a pochi eletti che dichiarano i loro portali già compatibili e funzionanti su Chrome!

Alla fine è proprio Google a fermare il caos così generato, confermando le voci e regalando anche alcuni screenshot.

Ma vediamo più in dettaglio gli elementi caratteristici di questa nuova creatura.

Chrome nasce da un’osservazione: gli attuali browser non sono stati creati per l’attuale internet.
Il web non è più solo pagine web e contenuti testuali, ma si è spinto molto avanti, arrivando a gestire flussi multimediali, videogiochi, chat, fino ad applicazioni corpose e complesse.
La progettazione dei browser non prevedeva tali criticità e, di conseguenze, le soluzioni applicate per far fronte a queste nuove esigenze non sono sempre state del tutto ortodosse (come i webdesigner disperatamente sanno).
Per tale motivo il team ha deciso di creare Chrome partendo da zero, ponendo come principali obiettivi i bisogni delle attuali web applications e dei nuovi utenti web.
Se i presupposti fossero soddisfatti in pieno si potrebbe arrivare anche a ridefinire il termine browser.

Il motore di rendering è WebKit, già utilizzato da Safari, considerato semplice, efficiente dal punto di vista della memoria, utilizzabile su dispositivi embedded e dal rapido apprendimento.

Uno degli aspetti più interessanti di Chrome è sicuramente il multiprocessing.
Google ha evidenziato come principale limite degli attuali browser l’essere inherently single-threaded, cioè la tipica sequenza di operazioni di richiesta di un pagina, il suo download, l’interpretazione del codice HTML, l’interpretazione dei javascript, ecc.. sono eseguiti in modo strettamente sequenziale, passando il controllo da un task all’altro in stretta dipendenza. Questo vale anche in casi di richieste multiple su più tab.

Ok, bello, ma che significa?

Bhe, uno degli effetti tipici di tale architettura che si riscontra non di rado quando del codice javascript o un’applet java o un giochino flash “si blocca”, mandando in crisi l’intero browser, fino al crash, cosa certo non simpatica se, parallelamente, in altri tab:
- si stava scrivendo un’ importantissima mail di presentazione per un colloquio;
- si stava chattando con la tipa più f…amosa della propria community;
- si stava preparando il modulo F24 per il versamento dell’iva trimestrale, comodamente dal proprio conto on line (ricordate che la sessione lato server resta attiva);
Allo scopo di evitare queste spiacevoli situazioni agli utenti ed ai loro condomini, che ne devono poi subire le urla isteriche, Chrome è realizzato in modo da poter gestire ogni tab come processo a se stante e svincolato dagli altri, secondo le logiche di isolamento già alla base dei sistemi operativi moderni.
Un tab potrà sempre bloccarsi per del codice errato, ma senza impatto sugli altri aperti.

Altra peculiarità di Chrome sarà l’Incognito Mode, una sorta di InPrivate di Internet Explorer 8, che permetterà una navigazione in totale privacy: nessun coockie o altra traccia delle attività svolte sul web saranno memorizzate.

In chiave ottimizzazione, Chrome ospiterà V8 Javascript engine, un nuovo interprete javascript open source sviluppato da Google, naturalmente etichettato come “la più veloce virtual machine in circolazione”.

Al di là delle valutazioni pratiche e tecniche su Chrome (ancora beta) e politico economiche propagandistiche (sarà davvero fuga di notizie o marketing virale?), quello che è evidente è l’inarrestabilità di Google, che ha saputo fare della ricerca, in senso moooooolto ampio, il suo vero business.

A noi poveri operatori del settore restano solo amletici dubbi: chi siamo, dove andiamo e come gestirà Chrome i float!

Diego Purpo

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